Noi siamo chi siamo e non solo ciò che facciamo né tantomeno ciò che abbiamo. Chiudo una porta in attesa di aprirne un’altra più grande, rinuncio a qualcosa per far sì che arrivi di meglio.
Lo devo a quel ragazzino di 14 anni che chiedeva il permesso ad una casa editrice di scrivere un libro, allegando un francobollo per la risposta, anche se fosse stata negativa.
Gli devo la possibilità di realizzare i suoi sogni.
Perché alla fine della fiera non porteremo con noi i nostri gesti, i nostri soldi, le nostre cose, ma solo i nostri sogni.
Quindi presto questo sito prenderà un’altra forma.